Profili dei teorici rinascimentali della diplomazia in Polonia: Stanisław Miński

by Michał Nowakowski

Tra gli autori di manuali diplomatici polacchi del tardo Rinascimento, Stanisław Miński (c.1561–1607) fece senza dubbio la più grande carriera politica.  Quasi due decenni più giovane di Krzysztof Warszewicki (1543–1603), come lui veniva dalla vecchia nobiltà mazoviana. Per quanto riguarda l’educazione di Miński, possiamo solo immaginare che sia stato educato nel collegio dei Gesuiti di Pułtusk, dove ebbe la possibilità di fare una buona impressione sul vescovo di Płock, Piotr Dunin Wolski (1531–90).

A quanto pare, il vescovo riconobbe il potenziale del giovane, perché decise di portarlo a Roma, dove Wolski fu inviato per conto del re Stefano Báthory (1533–86) presso papa Gregorio XIII (1502–85). L’ambasciatore e il suo seguito partirono nel 1579, e tornarono in Polonia solo nel 1583. Per Miński fu un’opportunità del tutto unica di imparare le buone maniere aristocratiche in una delle più prestigiose corti europee, imparando anche le lingue occidentali. Questa esperienza deve aver avuto un profondo impatto sulla formazione culturale e retorica di Miński, completando, in un certo senso, l’educazione ricevuta dai Gesuiti.

Dopo aver tornato in Polonia, Miński si ritrovò nella sfera della corte reale. Nel giugno 1583 partecipò al matrimonio di Jan Zamoyski (1542–1605), gran cancelliere della Corona, con Gryzelda (1569–90), una nipote del re Báthory. Durante l’elezione reale del 1587, proprio come Ławryn Piaseczyński (c. 1550–1606), Miński sostenne la candidatura di Sigismondo Vasa (1566–1632). Poi, in poco tempo, divenne uno dei più stretti collaboratori del neo-eletto monarca, che utilizzò avidamente i suoi servizi negli affari più cruciali della corte. Per i suoi meriti, Miński ottenne vari favori: nel 1590 fu nominato voivoda di Łęczyca. Nel 1593, il re gli affidò una legazione di obbedienza presso il papa Clemente VIII (1536–1605). È opportuno sottolineare, al contrario di alcuni storici, che Miński era ben adatto a questo compito. Non solo era lo stretto collaboratore del monarca (che è sempre un vantaggio per ogni diplomatico), ma aveva anche un’esperienza di una missione similissima.

Lo scopo della legazione, oltre a fare una solita dichiarazione di obbedienza al papa, era quello di concludere il processo di canonizzazione di Jacek Odrowąż (1183-1257), che i polacchi stavano cercando da molto tempo. Miński eseguì tutti i suoi compiti senza alcuna omissione, ottenendo il riconoscimento del papa stesso. Clemente lodò persino il diplomatico nella corrispondenza con i dignitari polacchi e gli mostrò pubblicamente segni di favore.

La legazione di Miński a Roma divenne la base per scrivere un manuale per i futuri diplomatici (composto poco più di un decennio dopo). In Sposób odprawowania poselstwa (Il modo di eseguire la legazione, c. 1605–7) descrisse in dettaglio i doveri di un ambasciatore alla corte papale, così come i costumi locali, la moda e l’etichetta.

Sfortunatamente per Miński, la sua lunga e sontuosa legazione ebbe un pesante impatto sulla sua situazione finanziaria, poiché dovette, in larga misura, finanziare la legazione da solo. Sigismondo III cercò di ricompensare in qualche modo il diplomatico concedendogli varie indennità. Tuttavia, Miński fu costretto a ricorrere alla vendita di alcune delle sue proprietà insieme alla sua città ancestrale, Mińsk.

Nel 1595, tuttavia, dovette riprendere il mestiere di diplomatico, ovvero rappresentare l’arciduchessa Maria (1551–1608), la regina madre, al battesimo del principe Władysław. Un anno dopo, partecipò ai colloqui con gli inviati dell’imperatore Rodolfo II (1552–1612) sulla possibilità di creare una lega anti-turca. Nel 1606, Miński divenne il vice cancelliere della Corona polacca, diventando così (insieme al cancelliere) il capo dell’intero servizio diplomatico. Pochi mesi dopo, accanto a Piotr Tylicki (1543–1616), rappresentò Sigismondo III nei confronti dei ribelli che, tuttavia, non furono persuasi dagli inviati del re. Più o meno in questo periodo, la salute di Minski si deteriorò significativamente. Di conseguenza, andò a farsi curare a Napoli, ma fu presto richiamato, visto che la situazione politica in Polonia non smetteva di peggiorare. Tuttavia, riuscì a raggiungere solo Padova, dove morì il 21 luglio 1607.

Fonti:

Banaszak Marian: Z dziejów dyplomacji watykańskiej. Poselstwa obediencyjne w latach 1534-1605, p. II, Dzieje poselstw polskich, Warszawa 1975.

Gruszecki Stefan: Stanisław Miński – zapomniany podkanclerzy koronny (ok. 1561-1607). In Dzieje Mińska Mazowieckiego, Warszawa 1975, 121-156.

Gruszecki Stefan: Miński Stanisław. In Polski Słownik Biograficzny, vol. XXI, Wrocław 1976, 320-321.

Jarmiński Leszek: Trudne starania o wysłanie posła Zygmunta III Wazy z obediencją do papieża Klemensa VIII, „Odrodzenie i Reformacja w Polsce” 41 (1997), 169-175.

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